Disturbi sessuali

Il cambiamento di genere

Cambiamento di genere
Scritto da Adriano Legacci

Il cambiamento di genere. Una panoramica sulle aspettative e sui rischi del tortuoso percorso verso il cambiamento di genere.

Il cambiamento di genere

UNA PANORAMICA SUI RISCHI DEL TORTUOSO PERCORSO VERSO IL CAMBIAMENTO DI GENERE

 

Sforziamoci di ricordare alcuni episodi personali in cui abbiamo caricato un determinato evento di caratteristiche, capacità e “poteri” che poi, alla luce dell’effettivo svolgimento dello stesso, ha disatteso le nostre aspettative: “quando mi sposerò la vita a due sarà meravigliosa”, “quando mi separerò dal partner sarò finalmente libero, corteggiato e sereno”, “quando raggiungerò la meta delle mie vacanze sarò felice e rilassato” o, più semplicemente, “quando avrò cambiato taglio di capelli risulterò più attraente” e così via. Pensiamo ora che l’evento tanto agognato a che indichiamo come momento di “rinascita” e seconda possibilità per mettere fine alle nostre inquietudini sia rappresentato da un’operazione chirurgica che inciderà fortemente sulla nostra identità, sulla percezione di noi stessi, sulla percezione che di noi avranno gli altri e sul nostro futuro agire nella società.

 

Il cambiamento di genere: le aspettative

E’ chiaro che, se ci si ritiene insoddisfatti su come la propria vita si è svolta fino a quel momento, l’intervento chirurgico che ristabilirà “l’ordine delle cose” verrà percepito come evento salvifico e caricato di grandi aspettative sulla vita ideale a cui darà inizio. Nel caso della riassegnazione di genere, in particolare, il percorso è molto lungo e prevede, tra le tante indicazioni, che la persona portatrice del conflitto tra la sua identità sessuale e il suo aspetto esteriore sia attentamente seguita e si sottoponga a test e analisi psicologiche e fisiche, che assuma con regolarità gli ormoni prescritti per agevolare il comparire di quei tratti secondari tipici del genere a cui si vorrebbe appartenere e il concreto tentativo di adeguarsi socialmente, attraverso l’abbigliamento e il comportamento, al genere sessuale desiderato. La riconversione chirurgica del sesso, che va autorizzata previo completamento dell’iter legale preposto, è solo l’ultimo gradino di questo lungo iter di transizione, passo a cui non tutti coloro che inizialmente vi ambiscono lo raggiungono per i più svariati motivi (cambiamento d’obiettivo, paura, soddisfazione raggiunta già a stadi di cambiamenti precedenti all’intervento) o vi vengono ammessi.

 

Il cambiamento di genere: il complesso iter

Al di là della Disturbo di Identità di Genere, infatti, non devono essere presenti altre patologie psichiche. Per i clinici a cui si sottopone la valutazione della persona richiedente il cambio di genere, infatti, è una grandissima responsabilità, oltre a necessitare di un delicato lavoro diagnostico, riuscire a comprendere se il desiderio di appartenere al genere opposto a quello attribuito in natura sia il reale frutto di una discordanza tra sé percepito e sé ideale in termini identitari, corporei e sessuali, oppure sia solo un sintomo di una problematica di altra natura. In quest’ultimo caso, consentire al paziente di essere sottoposto all’irreversibile intervento chirurgico porrebbe la persona, già in uno stato di fragilità psicologica, a una pesante rielaborazione di sé non rispondente ai reali bisogni dell’individuo.

 

Il cambiamento di genere e disturbi psichiatrici

Il tanto agognato momento “zero”, da cui ricominciare con una nuova e positiva vita, diverrebbe così solo l’inizio di un periodo estremamente distruttivo per il benessere e l’identità della persona, costretta a fare i conti con una realtà molto diversa da quella fantasticata. Il disagio conseguente sarebbe (e spesso è) talmente pesante da indurre molte persone all’estremizzare e a slatentizzare disturbi psichiatrici prima non considerati o ritenuti secondari rispetto al Disturbo di Identità di Genere o, in casi estremi, al suicidio. Non a caso, si stima che oltre 1 persona su 100 sottoposta all’intervento chirurgico di riassegnazione sessuale si penta per la scelta effettuata, dato simile sia tra la popolazione MtF (coloro nati maschi che intraprendono il percorso di feminilizzazione) e FtM (persone nate femmine, ma con il desiderio di diventare uomini). Tra le persone transessuali, inoltre, emerge un tasso di suicidi superiore al 40% e, in generale, una mortalità estremamente elevata (oltre 50%) rispetto alla popolazione cosiddetta “normale”, che non manifesta dunque disagio relativamente al genere sessuale di naturale appartenenza (Asscheman et al, 2011; Dhejne et al, 2011). E’ palese che ricondurre un atto anticonservativo alla condizione di transessualismo o all’iter di adeguamento sessuale è certamente riduttivo data la complessità e variabilità personologica di ogni individuo e, dunque, di ogni persona transessuale, ma le variabili riconducibili tipicamente alla categoria sottoposta a questa nostra analisi possono influire in modo simile.

 

Il cambiamento di genere: il contesto familiare e di vita

Si può ipotizzare, infatti, che la mancanza di tratti di personalità riferiti alla caratteristica dell’ottimismo e la mancata percezione del supporto ricevuto dalla società, dalla famiglia e dagli amici, supporto che spesso manca in quanto il fenomeno del transessualismo è ancora vissuto in molti contesti con discriminazione e allontanamento dall’ambiente familiare e lavorativo, possa favorire il suicidio tra gli adulti transessuali. Al contrario, la presenza degli elementi precedentemente elencati fungerebbe da fattore protettivo (Moody e Smith, 2013). Inoltre, uno studio belga rivela che molte persone transessuali sottoposte all’operazione chirurgica di riassegnazione sessuale, pur definendosi soddisfatte del percorso intrapreso, resterebbero persone fragili su alcuni aspetti (De Cuypere et al, 2006).

 

Il cambiamento di genere: importanza della sensibilizzazione

Sensibilizzare l’opinione pubblica sulle numerose difficoltà di coloro che si cimentano in un lungo e doloroso iter di riattribuzione sessuale può certamente rappresentare un momento di riflessione utile per le persone transessuali stesse, per i clinici e in generale i professionisti deputati alla valutazione dei casi in questione e per tutte quelle persone che, pur non incidendo direttamente nel percorso descritto, con un atteggiamento, ancora largamente diffuso, giudicante o svalutante delle problematiche e complessità del fenomeno concorrono a rappresentare un elemento di rischio e ad alimentare la fragilità che può essere presente nelle persone che iniziano un cammino tanto delicato.

 

Bibliografia

:: Asscheman, H., Giltay, E.J., Megenes, J.A., de Ronde, W.P., van Trotsenburg, M.A. e Gooren, L.J. 2011. A long-term follow-up study of mortality in transsexuals receiving treatment with cross-sex hormones. Eur J Endocrinol. 2011 Apr; 164(4): 635-42.

:: De Cuypere, G., Elaut, E., Heylens, G., Van Maele, G., Selvaggi, G., T’Sjoen, G., Rubens, R., Hoebeke, P. e Monstrey, S 2006. Long-Term Follow-Up: psychosocial outcome of belgian transsexuals after sex reassignment surgery. Sexologies, Vol. 15(2):126-133.

:: Dhejne, C., Lichtenstein, P., Boman, M., Johanasson A.L.V., Langstrom, N. e Landén M. 2011. Long-Term Follow-Up of Transsexual Persons Undergoing Sex Reassignment Surgery: Cohort Study in Sweden. PloS ONE 6(2): e16885. Doi:10.1371/journal.pone.0016885.

:: Moody, C. e Smith, NG. 2013. Suicide Protective Factors Among Trans Adults. Archives of Sexual Behaviour, 42(5):739-52.

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Adriano Legacci

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