Terapia dei disturbi sessuali

Terapie sessuali

terapie sessuali
Scritto da Adriano Legacci

Terapie sessuali. Psicoterapia e terapia medica delle disfunzioni sessuali.

Nell’ambito delle terapie sessuali è opportuno distinguere (anche se auspicabilmente devono procedere in parallelo) tra terapia psicologica e terapia medica.

Terapie Sessuali. La scelta terapeutica.

Molti autori concordano sull’importanza centrale di una corretta diagnosi, preliminare alle terapie sessuali,  che conduca all’individuazione del trattamento migliore per lo specifico individuo che lamenta uno specifico sintomo.

Come ricordano Simonelli e Rossi (1997), non è facile suddividere l’ambito della sessualità, caratterizzato da una vastità di esperienze soggettive molto differenti le une dalle altre, in categorie che sanciscano la normalità o la patologia di determinate manifestazioni.

In primo piano deve essere sempre considerato il vissuto soggettivo di chi, singolo individuo o coppia, presenta una qualsiasi alterazione del comportamento sessuale. La sofferenza e l’insoddisfazione espresse dal paziente, accanto ad un necessario desiderio di cambiamento, sono i fattori determinanti nella scelta e direzione di qualunque intervento medico e psicologico (Simonelli, Rossi, 1997).

La scelta terapeutica deve fondarsi su un’accurata analisi e comprensione della domanda. Rifelli (1996) sostiene che la terapia adeguata, indipendentemente dalla sua tipologia, debba possedere determinate caratteristiche:

  • Essere compatibile con le cause che hanno prodotto il disturbo;
  • Essere funzionale agli obiettivi preposti;
  • Essere accettabile dal paziente in rapporto alla sua motivazione e alle sue aspettative;
  • Essere attuabile rispetto alle risorse del paziente (età, salute fisica e psichica, livello intellettivo) (Rifelli, 1996).

Simonelli e Fabrizi (1997), considerando le disfunzioni sessuali come condizioni psicosomatiche, in cui interagiscono, a più livelli, fattori organici, psichici e relazionali, sia nella manifestazione clinica che nell’eziopatogenesi, sottolineano l’importanza nel corso delle terapie sessuali di un approccio integrato, che inscriva il sintomo sempre all’interno di una relazione entro cui gli aspetti sessuali sono strettamente connessi a quelli non sessuali.

Le terapie sessuali non possono dunque prescindere dalla considerazione del naturale rapporto dialettico tra mente-corpo, individuo e sistema (Simonelli, Fabrizi, 1997).

Le terapie sessuali mansionali integrate.

Nel secondo dopoguerra si è assistito ad un rapido e diffuso sviluppo delle terapie sessuali (o terapie mansionali integrate), che, a differenza dei trattamenti psicoterapeutici finalizzati ad una ristrutturazione della personalità del soggetto, si focalizzano sulla risoluzione del sintomo sessuale (Fenelli, Lorenzini, 1999).

L’obiettivo principale delle terapie sessuali consiste nella rimozione delle problematiche immediate e più superficiali, che non dipendono cioè da sottostanti disturbi più profondi, e che ostacolano una soddisfacente espressione sessuale (Fenelli, Lorenzini, 1999). Rientrano tra questi fattori, ad esempio, l’ansia derivante dalla previsione di una prestazione inefficace, la paura di essere rifiutati o la difficoltà a controllare le proprie emozioni (Fenelli, Lorenzini, 1999).

Le terapie sessuali costituiscono la strategia terapeutica più utilizzata nel trattamento di quelle disfunzioni sessuali che non affondano le proprie radici in più gravi problemi psichici e relazionali, in cui il sintomo sessuale è semplicemente quello manifesto e più evidente (Fenelli, Lorenzini, 1999).

Come ricordano Fenelli e Lorenzini (1999), ogni tipo di terapia possiede particolari indicazioni, che le rendono più inclini ed utili a trattare alcuni e non altri disturbi. Le terapie sessuali brevi si dimostrano efficaci a patto che il loro utilizzo preveda un’accurata personalizzazione del trattamento, tenendo sempre conto della specifica situazione in oggetto (Manara, 1997).

Le terapie sessuali, focalizzandosi principalmente sul sintomo, prevedono il ricorso a prescrizioni miranti a ridurre o modificare il comportamento disadattivo; le varie tecniche e strategie terapeutiche sono utilizzate con lo scopo di limitare l’ansia, coinvolgere partner poco collaborativi ed affrontare le resistenze al cambiamento (Rifelli, 1996).

Nei casi in cui sia possibile una presa in carico della coppia, il soggetto portatore del sintomo viene aiutato non solo a risolvere il problema manifesto ma anche, e soprattutto, ad integrare il nuovo comportamento adattivo nell’ambito della sua relazione affettiva (Rifelli, 1996).

Il contributo di Helen Kaplan alle terapie sessuali integrate.

Le strategie innovative nell’ambito delle terapie sessuali introdotte da Helen Kaplan (1979) hanno apportato un importante contributo al trattamento dei disturbi sessuali. Accanto ai metodi di intervento, a quel tempo limitati alla somministrazione di compiti finalizzati alla ripresa graduale dell’attività sessuale, Kaplan propone nelle terapia sessuali particolari tecniche applicate in un’atmosfera rilassata e non esigente, oltre all’introduzione di elementi di novità in situazioni statiche (Dèttore, 2004).

La “terapia sessuale integrata” proposta dalla Kaplan contiene in sé due differenti tipi di strategia terapeutica (Boscia e Todarello, 1997):

  1. un intervento di tipo comportamentale (prescrizioni di interazioni sessuali strutturate che le coppie realizzano a casa);
  2. un intervento di tipo psicodinamico (interpretazione delle dinamiche inconsce e fantasmatiche e analisi delle resistenze).

I “compiti erotici” nelle terapie sessuali vengono prescritti in maniera progressiva e graduale e consentono una desensibilizzazione in vivo, finalizzata principalmente alla riduzione dell’ansia sessuale (Kaplan, 1979).

La prescrizione degli esercizi si realizza all’interno di un intervento psicoterapeutico le cui peculiarità dipendono dalla personalità e dall’orientamento del singolo terapeuta; nell’ambito delle terapie sessuali possono dunque essere utilizzati differenti stili di trattamento e differenti metodi di psicoterapia, “Purché la globalità del trattamento segua le strategie essenziali della terapia psicosessuale (…)” (Kaplan, 1979, p. 220).

Un aspetto importante di questo tipo di terapia è rappresentato dal suo carattere flessibile e variabile in funzione del caso specifico e dalla possibilità di integrarsi con altri modelli psicoterapeutici, proponendo in tal modo una visione più ampia e globale del disturbo considerato (Petruccelli, 1997).

Terapie sessuali e strategie terapeutiche per le specifiche disfunzioni sessuali

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Adriano Legacci

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