Parafilie

Parafilie

Parafilie
Scritto da Adriano Legacci

Parafilie (o perversioni sessuali).

In questa sezione sono descritti i disturbi sessuali più comunemente conosciuti come PARAFILIE o PERVERSIONI.

I disturbi sessuali costituiscono una vasta ed eterogenea categoria, che, in base alle più recenti classificazioni, si considera suddivisa in due principali sottogruppi (Colombo, 2001):

  1. Le disfunzioni sessuali
  2. Le parafilie ( o perversioni sessuali)

Parafilie.

Nella definizione di Colombo (2001), le parafilie sono descritte come disturbi sessuali poiché gli oggetti o le situazioni che determinano l’eccitamento si discostano da quelli comunemente riscontrati nella normalità. La scelta dell’oggetto o la deformazione dell’atto si manifestano con caratteristiche di esclusività, continuità e quasi compulsività (Colombo, 2001).

Se le parafilie si stabilizzano, esse potranno influenzare seriamente le capacità del soggetto di instaurare relazioni affettuose reciproche e soddisfacenti; potrnno causare comportamenti devianti nocivi al benessere dell’individuo e potrebbero indurlo a compiere atti non accettati socialmente o reati contro la persona (Colombo, 2001). Viceversa, non sono da considerarsi patologici quei comportamenti parafilici o perversi che si manifestano in modo transitorio e restano circoscritti all’interno di una sessualità normale e di una relazione di coppia (Colombo, 2001).

In linea con la definizione di Colombo (2001), il DSM-IV-TR (APA, 2001) descrive le parafilie come contraddistinte da impulsi, fantasie o comportamenti sessuali intensi e ricorrenti, che implicano oggetti, attività o situazioni inusuali; tra i criteri diagnostici è considerata inoltre la conseguente presenza di disagio clinicamente significativo o di compromissione dell’area sociale, lavorativa, o di altre importanti aree del funzionamento individuale.

Il DSM-IV-TR (APA, 2001) classifica le parafilie in nove differenti categorie.

Esibizionismo (parafilie, perversioni).

La caratteristica dell’esibizionismo è l’esposizione, da parte del soggetto, dei propri genitali ad un estraneo (APA, 2001).

Il soggetto esibizionista, prevalentemente maschile (Colombo, 22001), è in certi casi consapevole del suo desiderio di sorprendere notevolmente la persona a cui si mostra; talvolta, invece, ha la fantasia che il suo spettacolo determini un’eccitazione sessuale nello spettatore (APA, 2001).

Talvolta, sebbene in rari casi (Colombo, 2001) il soggetto si masturba durante l’esposizione o mentre fantastica di mostrarsi (APA, 2001).

Il comportamento esibizionista non determina atti di costrizione o di aggressione rivolti verso lo spettatore; essendo finalizzato a catturare l’attenzione altrui, se non provoca alcuna risposta viene interrotto (Colombo, 2001).

L’esibizionismo ha tendenzialmente origine psicologica, soprattutto quando è diagnosticabile come forma primaria; tuttavia può intervenire anche secondariamente a patologie organiche, quali alcolismo, sifilide, demenza, insufficienza mentale, o a patologie psichiatriche funzionali, come schizofrenia, mania, episodi psicotici acuti (Colombo, 2001).

Feticismo (parafilie, perversioni).

Il feticismo è una perversione prevalentemente maschile (Colombo, 2001) che prevede l’utilizzo di oggetti, detti “feticci”, quali mutande, reggiseni, calze, scarpe, stivali, o altri accessori di abbigliamento femminile (APA, 2001) o parti anatomiche come piedi, capelli e talvolta anche difetti fisici come cicatrici (Colombo, 2001), da cui il soggetto ricava piacere sessuale.

Spesso il feticcio è necessario al soggetto per raggiungere l’eccitazione sessuale e la sua assenza può determinare una disfunzione dell’erezione (APA, 2001). Una volta che si è stabilizzato, il decorso tende ad essere cronico (APA, 2001).

Frotteurismo (parafilie, perversioni).

Il soggetto che presenta questa perversione ricava eccitazione sessuale dallo strofinamento e toccamento di persone non consenzienti ( Colombo, 2001; APA, 2001).

Questo tipo di comportamento viene solitamente attuato nell’ambito di contesti affollati, come marciapiedi o trasporti pubblici, che consentono al soggetto di sottrarsi facilmente all’arresto. (APA, 2001).

Pedofilia (parafilie, perversioni).

Il soggetto pedofilo indirizza la propria attività sessuale verso i bambini pre-puberi (APA, 2001), dello stesso sesso o del sesso opposto (Colombo, 2001).

Il DSM-IV-TR (APA, 2001) specifica che l’individuo, per rientrare in questa categoria, deve avere almeno 16 o più anni e deve essere di almeno 5 anni maggiore del bambino a cui rivolge il proprio interesse sessuale. Inoltre la pedofilia come perversione deve essere distinta dagli episodi isolati che si caratterizzano come diretta conseguenza secondaria di un disturbo primario quale insufficienza mentale, schizofrenia, disturbi di personalità o intossicazione da alcol (Colombo, 2001).

Può manifestarsi in associazione con l’incesto o con altri tipi di perversione quali voyeurismo, esibizionismo, stupro, sadismo (Colombo, 2001).

L’ impulso, fantasia o comportamento pedofilico ha spesso una natura egosintonica, che non determina nel soggetto una condizione di disagio legata alla perversione (APA, 2001).

In alcuni casi il soggetto pedofilo è sessualmente attratto solo dai bambini (Tipo Esclusivo), mentre in altri l’attrazione verso i bambini si accompagna anche ad attrazione rivolta agli adulti (Tipo Non Esclusivo) (APA, 2001).

Il decorso è solitamente cronico (APA, 2001).

Masochismo sessuale (parafilie, perversioni).

Il masochismo sessuale consiste nella spinta del soggetto a procurarsi sofferenze di natura fisica per raggiungere l’eccitamento sessuale (Colombo, 2001).

Il piacere sessuale è ricercato attraverso specifici rituali che comportano sottomissione, dolore ed umiliazione (Colombo, 2001). Generalmente, la pratica masochista è finalizzata a ritardare l’orgasmo, affinché questo sopraggiunga nel momento di massima sofferenza (Colombo, 2001).

Gli impulsi masochistici possono assumere la forma di fantasie, generalmente evocate durante il rapporto sessuale o la masturbazione, oppure essere agiti dall’individuo, in solitudine o con un partner (APA, 2001).

Il decorso tende a manifestarsi come cronico (APA, 2001).

Sadismo sessuale (parafilie, perversioni).

Il soggetto che presenta questa perversione raggiunge l’eccitazione sessuale infliggendo alla vittima sofferenze fisiche o psicologiche (inclusa l’umiliazione) (APA, 2001).

Gli atti sadici da cui il soggetto ricava piacere sessuale possono essere di vario tipo, come mordere, graffiare, frustare, ferire, torturare fino ad arrivare anche all’estremo omicidio (Colombo, 2001).

In tutti i casi la componente di base che provoca l’eccitamento sessuale è rappresentata dalla sofferenza della vittima (APA, 2001).

Il sadismo sessuale è fortemente collegato al desiderio di esercitare un potere e controllo sugli altri (Colombo, 2001).

Alcuni soggetti conservano proprie le fantasie sadiche senza agirle; altri mettono in atto i loro impulsi sessuali sadici con un partner consenziente, che può essere affetto da masochismo sessuale; altri ancora agiscono i propri impulsi contro partner non consenzienti (APA, 2001).

Il decorso è spesso cronico e, solitamente, la gravità degli atti sadici tende ad aumentare nel corso del tempo (APA, 2001).

Feticismo di travestimento (parafilie, perversioni).

Questa perversione è caratterizzata dal desiderio, o talvolta dall’impulso irresistibile, di vestirsi con abiti del sesso opposto che, per il soggetto, costituiscono fonte di eccitamento sessuale (Colombo, 2001).

Il DSM-IV-TR (APA, 2001) circoscrive questo disturbo esclusivamente a soggetti maschi prevalentemente eterosessuali, assumendo che l’utilizzo di abiti femminili provoca eccitamento non tanto in qualità di feticcio con specifiche proprietà oggettive, quanto soprattutto come simbolo della femminilità del soggetto.

L’individuo con feticismo di travestimento può limitarsi ad indossare uno o più abiti femminili in casa, mantenendo segreta la propria perversione, oppure può essere spinto a vestirsi con indumenti femminili anche in situazioni pubbliche (Colombo, 2001).

Voyeurismo (parafilie, perversioni).

Il voyeurismo consiste nella spinta del soggetto a spiare soggetti ignari e solitamente estranei, in situazioni di intimità, ad esempio mentre si spogliano o sono nudi o impegnati in attività sessuali (APA, 2001).

Il soggetto attua questo tipo di comportamento per ottenere eccitamento sessuale e generalmente non ricerca un qualche tipo di attività sessuale con la persona spiata (APA, 2001).

Rappresenta un’attività esclusivamente finalizzata al raggiungimento dell’orgasmo, è associata spesso ad intense fantasie e talvolta anche a complessi rituali, che però non esitano mai in atti aggressivi o violenti (Colombo, 2001).

Il soggetto può raggiungere l’orgasmo, mediante masturbazione, o durante l’atto voyeuristico o successivamente, in ricordo di esso (APA, 2001).

Parafilie Non Altrimenti Specificate

Rientrano in questa categoria le parafilie che non soddisfano i criteri per nessun’altra specifica classe diagnostica (APA, 2001).

Il DSM-IV-TR (APA, 2001) include tra queste parafilie:

  • Scatologia telefonica: piacere ottenuto mediante telefonate oscene (APA, 2001; Colombo, 2001)
  • Necrofilia: piacere nell’atto sessuale con cadaveri (APA, 2001; Colombo, 2001)
  • Parzialismo: attenzione esclusiva per una parte del corpo (APA, 2001)
  • Zoofilia: piacere nella pratica sessuale con animali (APA, 2001; Colombo, 2001)
  • Coprofilia: piacere provocato dal contatto con escrementi (APA, 2001; Colombo, 2001)
  • Clismafilia: piacere ottenuto con l’utilizzo di clisteri o altri oggetti inseriti nel retto (APA, 2001; Colombo, 2001)
  • Urofilia: piacere provocato dall’atto della minzione e dal contatto con l’urina (APA, 2001; Colombo, 2001)

Condizioni cliniche non parafiliche

Colombo (2001) descrive, affianco alle disfunzioni sessuali e alle parafilie, un terzo gruppo, in cui inserisce ulteriori manifestazioni circoscritte all’area della sessualità, non necessariamente collocabili all’interno della psicopatologia:

  • Dongiovannismo: caratterizzato da una ricerca continua e compulsiva di nuovi partner. L’assenza di stabili investimenti affettivi esprime generalmente una difficoltà ad instaurare relazioni affettive mature ed un bisogno di ottenere conferme a livello narcisistico (Colombo, 2001).
  • Satirismo (o ipersessualità maschile) e Ninfomania (o ipersessualità femminile): caratterizzati da una ricerca compulsiva e mai soddisfatta di rapporti sessuali (Colombo, 2001). Queste condizioni possono derivare da cause organiche (somministrazione di ormoni o sostanze afrodisiache quali la yohimbina; malattie che provocano la perdita dei freni inibitori e del controllo degli impulsi, come ad esempio patologie diencefaliche e temporali, psicosi organiche e demenze), patologie psichiatriche funzionali (stati maniacali, schizofrenia, in cui tuttavia, più che aumento del desiderio sessuale, si evidenziano aspetti come spinta al contatto e ricerca di fusionalità) o fattori psicologici, come la ricerca di conferme narcisistiche o il bisogno di esercitare un potere di domino e sottomissione nei confronti del sesso opposto (Colombo, 2001).
  • Disforia post-coito: il soggetto sperimenta condizioni di ansia, irritabilità, tensione e inquietudine successivamente ad un rapporto sessuale, da cui riesce a ricavare una normale soddisfazione (Colombo, 2001)
  • Cefalea post-coitale: il soggetto soffre di cefalea, percepita soprattutto a livello frontale ed occipitale, che compare nel momento immediatamente successivo al rapporto sessuale (Colombo, 2001).

Sull'Autore

Adriano Legacci

9 Commenti

    • Giovanna, le case editrici Feltrinelli, Giunti, Amazon e Ibs hanno in catalogo interessanti libri sull’argomento. Se desidera approfondire il tema, può trovare in rete molti suggerimenti.

      • però può dare qc titolo? per essere precisi fatico a capire la distinzione tra parafilia e disturbi parafiliaci

        • Cara Noemi, la bibliografia di riferimento è il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-V). Secondo gli ultimi aggiornamenti, per “parafilie” si intendono genericamente “comportamenti sessuali atipici” non percepiti dal soggetto come disturbanti. Per “disturbi parafilici” si intendono invece quelle manifestazioni parafiliche che comportano per il soggetto un disagio clinicamente significativo e alterazioni del funzionamento globale della personalità. La “parafilia” è condizione necessaria ma non sufficiente per lo sviluppo di un “disturbo parafilico”, e -secondo il DSM-V -di per sè non costituisce diagnosi. E’ possibile porre diagnosi di “Disturbo Parafilico” solo quando sono presenti entrambi questi criteri:

          1. “Sentimenti di disagio per le proprie pratiche sessuali, non solo derivanti dalla disapprovazione sociale”;

          2. “Desiderio o comportamento sessuale che comporti sofferenza psicologica, lesioni fisiche o la morte di un’altra persona o desiderio sessuale verso una persona che non abbia dato il proprio consenso o che non siano in grado di darlo”.

  • Può considerarsi perversione il fatto che sei attratto da una persona che più ti dice che pensa solo a te che con te può cambiare ,ma poi nei fatti ti fa vedere esattamente il contrario e tu non accetti il suo comportamento e vorresti non sentire più parlare di lei…poi inevitabilmente torni li

    • Barbara, il comportamento che descrive non rientra tanto nel campo delle perversioni quanto piuttosto in quello della “dipendenza affettiva”

  • Salve, potrebbe dirmi se la perversione detta “cuckold” (o “cuckquean” per le femmine) non rientra tra quelle descritte in quanto è troppo recente rispetto al DSM-V o se invece rientra nel “masochismo sessuale”?
    Nel caso rientri, lei ritiene che si dovrebbe aprire una casistica separata e nuova per poter descrivere tutti i vari aspetti (che vanno dal voyeurismo, al masochismo, al feticismo) del “cuckoldismo” moderno?
    Infine, cosa pensa del “cuckoldismo”? Diventa cronico o no? Si presenta spesso come un disturbo parafilico?
    Grazie.

    • ULisse, la manifestazione – che consiste nell’eccitazione derivante dal vedere il proprio partner fare sesso con una terza persona- è conosciuta in italiano con il nome di “triolagnia” ed è elencata nel DSM IV alla voce “Disordini Sessuali”. Con alta probabilità questo tipo di attitudine, una volta stabilita, tende a mantenersi nel tempo.

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