Disfunzioni sessuali

Disturbi orgasmo

Disturbi orgasmo
Scritto da Adriano Legacci

Disturbi orgasmo femminile e maschile.

Rientrano nel quadro dei disturbi orgasmo femminili e maschili, il ritardo o l’assenza di orgasmo e i vari disturbi connessi all’eiaculazione, tra cui l’eiaculazione precoce.

Disturbi orgasmo femminile

Questo tipo di disturbo si manifesta attraverso un persistente o ricorrente ritardo, o assenza, dell’orgasmo in seguito ad una fase normale di eccitazione sessuale (APA, 2001).

Il clinico  ritiene di essere in presenza di un quadro riconducibile ai “disturbi orgasmo” quando ritiene che la capacità di orgasmo della donna sia minore di quanto ci si aspetterebbe per età, esperienza sessuale e adeguatezza della stimolazione sessuale ricevuta (APA, 2001).

Il DSM-IV-TR specifica che, tendenzialmente, i disturbi orgasmo femminili sono in misura maggiore permanenti piuttosto che acquisiti, poiché è raro che una donna che ha imparato a raggiungere l’orgasmo perda successivamente tale capacità, a meno che non siano rilevabili situazioni di scarsa comunicazione sessuale, conflitti relazionali, esperienze traumatiche, un disturbo dell’umore o una condizione medica generale (APA, 2001).

In molti casi, la capacità di orgasmo aumenta spontaneamente quando la donna si trova nella condizione di sperimentare una maggiore varietà di stimolazioni e di raggiungere una migliore conoscenza del proprio corpo (APA, 2001).

Disturbi orgasmo maschile

Come nel caso dei disturbi orgasmo femminile, i disturbi orgasmo maschili si caratterizzano per un persistente o ricorrente ritardo, o assenza, dell’orgasmo dopo una fase di normale eccitazione sessuale (APA, 2001).

Nella fase diagnostica, il clinico deve valutare sia l’età del soggetto che l’adeguatezza della stimolazione considerandone la localizzazione, l’intensità e la durata (APA, 2001).

La forma che si riscontra più frequentemente nella pratica clinica è quella in cui il soggetto non raggiunge l’orgasmo durante il rapporto sessuale, ma può arrivare all’eiaculazione attraverso una stimolazione manuale o orale da parte del partner. Altri soggetti invece riescono a raggiungere l’orgasmo anche durante il rapporto sessuale, ma solo successivamente ad una prolungata e intensa stimolazione non coitale (APA, 2001). In altri casi l’orgasmo può essere ottenuto solo attraverso la masturbazione e, in casi più rari, il soggetto riesce a sperimentare l’orgasmo esclusivamente al risveglio da un sogno erotico (APA, 2001).

Simonelli e Rossi (1997) descrivono cinque possibili forme di alterazione dell’orgasmo maschile, specificando per ognuna i fattori eziologici e le modalità terapeutiche:

  • Aneiaculazione senza orgasmo

Comporta un’inibizione dei processi che conducono all’eiaculazione (emissione ed espulsione dello sperma) e all’esperienza dell’orgasmo. In genere compare come manifestazione isolata, che non influisce sul mantenimento di una adeguata erezione.

Le forme primarie complete o situazionali riconoscono in genere un’eziologia psicogena, mentre le forme secondarie sono più spesso attribuibili a cause organiche, come uso di sostanze psicotrope, interventi chirurgici sul simpatico lombare e alcune specifiche patologie (Simonelli, Rossi, 1997).

  • Eiaculazione ritardata

Chi soffre di questa forma di alterazione non è in grado di raggiungere un’eiaculazione nel coito, ma può ottenerla mediante masturbazione o stimolazione orale. A differenza dell’aneiaculazione senza orgasmo, il soggetto con eiaculazione ritardata sperimenta la costante sensazione di un’imminente realizzazione del riflesso eiaculatorio.

Generalmente, l’eziologia di questo tipo di disturbo è legata a fattori di natura psicogena, ma non è da escludere anche l’origine organica, specialmente nei casi in cui sono rilevabili malattie, ferite, interventi chirurgici e utilizzo di farmaci che possono influenzare il processo eiaculatorio (Simonelli, Rossi, 1997).

  • Eiaculazione anestetica

In questa tipologia di disturbo risulta compromessa la sensazione orgasmica connessa all’eiaculazione, ma non risulta compromesso il processo di emissione dello sperma.

All’origine dell’eiaculazione anestetica vengono spesso ricondotti fattori psicologici, identificati, ad esempio, dalla Kaplan (1974) in una tendenza al controllo eiaculatorio, fenomeni di auto osservazione inibitoria, vissuti anaffettivi e meccanismi di repressione e rimozione dell’aggressività. Tra le cause organiche vengono riportate da alcuni autori condizioni di diabete, malattie prostatiche, gonorrea o alcuni tipi di fratture e lesioni al midollo spinale (Simonelli, Rossi, 1997).

  • Eiaculazione retrograda

La manifestazione di questo disturbo, di origine organica, consiste nella mancata espulsione del liquido seminale dal pene, che si riversa nella vescica invece che nell’uretra.

Tra le possibili cause dell’eiaculazione retrograda sono segnalate le malattie come il diabete mellito, gli esiti di interventi chirurgici di prostatetcomia o all’aorta addominale e l’uso di farmaci antipsicotici quali la tioridazina (Carani et al., 1985).

  • Orgasmo aneiaculatorio

In questo caso si rileva una totale assenza della fase di emissione accompagnata dalla presenza della fase di espulsione, che però si realizza a vuoto, traducendosi nella mancanza degli spermatozoi nelle urine.

Il disturbo si sviluppa in conseguenza di fattori organici, tra cui malattie endocrine come l’ipogonadismo, l’uso di alcuni farmaci come i bloccanti alfa-adrenergici e interventi chirurgici che possono compromettere le vie simpatico addominali o causare il blocco dei dotti deferenti a livello del follicolo prostatico (Carani et al., 1985).

Anche Colombo (2001) distingue cinque possibili manifestazioni di disturbi dell’orgasmo maschile:

  • Ejaculatio precox

L’eiaculazione interviene in modo prematuro, prima o durante la penetrazione o ai primi movimenti intravaginali (disturbo equivalente all’eiaculazione precoce descritta dal DSM-IV-TR, vedi sotto).

  • Ejaculatio ritardata

L’orgasmo sopraggiunge con marcato ritardo a causa di difficoltà all’ejaculazione. È un disturbo piuttosto raro, che si manifesta soprattutto in età senile, e può dipendere da cause sia organiche sia psicologiche.

  • Ejaculatio sejuncta

L’ejaculazione interviene molto tempo dopo il rapporto sessuale, durante il sonno, determinando polluzione notturna.

  •  Orgasmo anejaculatorio

L’orgasmo si verifica senza che avvenga l’eiaculazione. E’ tendenzialmente imputabile a cause organiche, come diabete, uso di tioridazina, esiti di natura chirurgica, endocrinopatie.

  • Assenza di ejaculazione

Generalmente derivante da fattori psicologici, soprattutto se si verifica in modo sporadico.

Disturbi orgasmo maschile: EIACULAZIONE PRECOCE

Nella definizione del DSM-IV-TR, l’eiaculazione precoce è caratterizzata da persistente o ricorrente insorgenza di orgasmo ed eiaculazione in seguito alla minima stimolazione sessuale; la condizione si può verificare prima, durante o immediatamente dopo la penetrazione ed insorge comunque prima che il soggetto lo desideri (APA, 2001).

Nella fase diagnostica, il clinico deve considerare fattori quali l’età, la novità del partner o della situazione sessuale, la recente frequenza dell’attività sessuale (APA, 2001).

E’ presente nel 30% della popolazione maschile ed è generalmente attribuibile a cause psicologiche, come eccessivo eccitamento, senso di colpa, inibizione relativa alla sessualità, conflittualità con il partner o con la figura femminile in generale (Colombo, 2001).

Il DSM-IV-TR specifica che questo tipo di disturbo si osserva più frequentemente tra uomini giovani e si manifesta fin dai loro primi rapporti sessuali (APA, 2001). Accade anche, tuttavia, che il disturbo insorga successivamente ad un periodo di funzionamento sessuale adeguato; in questi casi si rilevano spesso condizioni di diminuita frequenza di attività sessuale, intensa ansia di prestazione dovuta al rapporto con un nuovo partner, o da difficoltà di erezione che causano una perdita di controllo sull’eiaculazione (APA, 2001).

Sull'Autore

Adriano Legacci

4 Commenti

  • Eiaculazione retrograda, un dramma di cui raramente si parla. Buon giorno dottore, ho letto il suo articolo e vorrei portare la mia testimonianza. Soffro di orgasmo asciutto da circa sette mesi, a causa del trattamento con alfalitico. E’ come se fossi in totale astinenza. Le sensazioni si annullano, proprio non senti più niente. O meglio, senti le contrazioni, che sono piacevoli come il singhiozzo. Per fare un paragone (non mi è riuscito però) è frustrante come quando senti che devi starnutire, ma non ci riesci e fastidioso, come quando hai una gamba ingessata, ti viene prurito ma non puoi grattarti, nemmeno con il classico ferro da calza infilato, perchè magari viene in un punto che non riesci a raggiungere. E allora? Allora ti tieni il prurito! Non è finita. Dopo l’orgasmo, che si riduce come tempi, probabilmente perchè non essendo piacevole ma anzi, fastidioso, tendi ad accorciarlo, nel giro di dieci secondi circa, senti un fortissimo stimolo ad urinare. Ti alzi (controvoglia, in quei momenti…) ma non riesci ad espellere nulla, se non due gocce (di solito si hanno rapporti con vescica vuota) e nel farlo senti bruciare un poco. Se lasci le cose come stanno, per tre ore, dovrai andare a cercare di urinare ogni… dieci minuti circa, per stimolo forte. Se ti sforzi e bevi almeno mezzo litro d’acqua, la cosa passa in un’ora circa. Anche se, dopo un rapporto non hai esattamente voglia di attaccarti alla bottiglia d’acqua… Non è finita. I dotti deferenti si gonfiano, a volte uno, a volte tutti e due e… fanno un gran male. Una volta ho temuto seriamente mi fosse venuto un attacco di appendicite acuta. Poi ho scoperto cosa fosse realmente. Fa male abbastanza da camminare male e non sopportare la biancheria intima. Di solito dura dai due ai quattro giorni. Col tempo mi sta venendo la paura dell’orgasmo… non è finita, mi perdoni. La sensazione orgasmica è talmente blanda, che il periodo refrattario sparisce. Qualcuno potrà pensare sia una fortuna, in realtà, può causare priapismo. Infatti non è raro che dopo un rapporto, senta lo stimolo fortissimo ad urinare, ma non possa nemmeno provare a farlo, causa pena erezione. Ho provato a sostituire la qualità con la quantità e avere più orgasmi (sono arrivato a cinque, uno in fila all’altro) e lo sconsiglio fortemente. Non una ma cinque episodi umilianti (perchè lo è sempre) e frustranti, come appena descritto ed erezione che non scendeva più! Mi sono letteralmente dovuto sedere sul bidet, pieno di acqua gelata ed immergere le parti intime, pensando al lavoro, alle bollette eccetera, per poter tornare ”tranquillo”. L’umliazione subita con la partner è stata immensa!

    • Angelo, la ringrazio per la precisione e l’efficacia con cui ha descritto la sua esperienza di eiaculazione retrograda. Lei parla però di “umiliazione subita”. Non ha in realtà alcuna ragione di descrivere la sua esperienza come “umiliante”. Al di là del quadro organico, la percezione mentale ed emotiva della sua esperienza sessuale può fare la differenza.

      • Buon giorno, stavo leggendo il racconto di Angelo e la sua risposta dottor Legacci. E confermo quanto dice. Troppo spesso leggo che le sensazioni restano le stesse e non è mica vero. Un urologo una volta mi disse che era solo una questione psicologica. Ma la psicologia nel sesso rappresenta il 99% di tutto. Un altro urologo mi ha detto che studi più recenti hanno dimostrato che la maggior parte di noi uomini ha terminazioni nervose nell’uretra e sente grande differenza tra prima e dopo.
        Quello che cambia è questo, con un orgasmo normale, senti crearsi una sorta di compressione, che poi si libera e dà proprio un senso di liberazione. Con l’E.R. questo scompare. Resta qualche contrazione, che dà poco piacere. Seguono i fastidi descritti.
        Lei però dice che non deve essere vissuta come umiliante. Perchè, mi scusi?
        Qualche tempo fa discutendo con mia moglie perchè causa lavoro ero arrivato tardi, lei mi ha accusato di flirtare con una collega, cosa assolutamente falsa, ma spontaneamente le ho risposto : si con la mia bella eiaculazione retrograda, giusto per farmi umiliare? Perchè è così che si vive la cosa. Non ci si sente più uomini completi.

        • Michele, anche lei ha descritto con grande precisione gli aspetti emotivi e fisiologici connessi all’eiaculazione retrograda. Le ribadisco che questa condizione non deve in alcun modo essere percepita come “umiliante”. E’ certamente comprensibile il proposito di ricercarne le cause e trovare una soluzione, per autorizzarsi ad avere una vita sessuale più gratificante. Per nessuna ragione però deve sentirsi umiliato o “in difetto”. Ogni manifestazione psichica e somatica è l’esito della nostra storia e di molteplici fattori, che non sono connessi a “incapacità” o “colpa” o “inadeguatezza”. Piuttosto che percepire l’umiliazione le suggerisco di sviluppare la curiosità per le origini, le cause, di questa sua modalità di vivere la sessualità. E per far emergere possibili soluzioni.
          Con cordialità
          Adriano Legacci

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