Terapia dei disturbi sessuali

Terapia disturbi dolore sessuale

Terapia disturbi dolore sessuale
Scritto da Adriano Legacci

Terapia disturbi dolore sessuale: vaginismo e dispareunia

 

Terapia disturbi dolore sessuale: Vaginismo

Nell’ambito della “terapia disturbi dolore sessuale”, il trattamento del Vaginismo è generalmente riconosciuto come piuttosto semplice e la sua efficacia è legata ad una prognosi del disturbo nella maggior parte dei casi positiva.

Il Vaginismo è trattato mediante procedure terapeutiche finalizzate ad un progressivo decondizionamento in vivo dello spasmo involontario dei muscoli perivaginali (Simonelli, Fabrizi, 1997), precedute da un training di rilassamento (Dèttore, 2004) o dall’analisi della riluttanza fobica alla penetrazione (Simonelli, Fabrizi, 1997).

Nel corso del trattamento viene prescritto l’utilizzo di dilatatori di Hegar, di dimensioni progressivamente crescenti, che vengono inseriti in vagina con modalità graduale (Dèttore, 2004; Simonelli, Fabrizi, 1997).

La procedura può essere attuata dal ginecologo, dalla donna stessa o dal partner; le caratteristiche centrali sono la gradualità dell’intervento e una condizione di completo controllo da parte della donna, che decide la grandezza del dilatatore, la velocità dell’introduzione e sceglie se compiere lei stessa la procedura o con l’aiuto del partner o del terapeuta (Dèttore, 2004).

Nel contesto della “terapia disturbi dolore sessuale” la modalità terapeutica applicata dalla Kaplan includeva, oltre alle procedure sopra descritte, anche l’analisi delle resistenze al cambiamento che emergevano nel corso del trattamento, portando la paziente ad attuare strategie di fuga o evitamento nei confronti delle sensazioni spiacevoli, come ansia e paura. La paziente veniva dunque incoraggiata a contenere anche gli aspetti negativi dell’esperienza, senza evitarli, ma integrandoli all’interno del processo di cambiamento (Simonelli, Fabrizi, 1997).

Durante le varie fasi della terapia viene prescritta l’astinenza dal coito, possibile solo quando tutti i passaggi sono stati accettati dalla donna senza più alcun disagio (Dèttore, 2004).

E’ interessante inoltre il significato legato al ruolo dello specialista che, al pari di una figura genitoriale competente e permissiva, autorizza la paziente ad accedere alla sessualità, incoraggiandola a sperimentarne il piacere (Simonelli, Fabrizi, 1997).

Per l’applicazione di una corretta terapia disturbi dolore sessuale, nei casi in cui il vaginismo non venga risolto mediante le consuete tecniche terapeutiche, rivelandosi particolarmente stabile e profondo, si propenderà per una scelta di psicoterapia orientata non al sintomo ma alla struttura globale dell’individuo (Simonelli, Fabrizi, 1997). In ogni caso, è importante non limitarsi al trattamento del sintomo, ma analizzare anche le dinamiche di coppia e le modalità con cui il partner gestisce il rapporto sessuale (Dèttore, 2004).

Terapia disturbi dolore sessuale: Dispaurenia

Il trattamento della Dispaurenia risente della complessità del disturbo, che può essere attribuito, a seconda dei casi, sia a cause organiche che a cause psicologiche.

Simonelli e Fabrizi (1997) descrivono la modalità terapeutica per la cura della dispareunia nelle donne adottata da Poudat e Jarrouse (1986) (cit. in Simonelli, Fabrizi, 1997), caratterizzata da tre elementi principali:

  1. Informazione
  2. Esercizi di adattamento alla penetrazione
  3. Adattamento al partner

Le prime due fasi sono rivolte esclusivamente alla donna, mentre la terza prevede anche il coinvolgimento del partner.

In alcuni casi nel corso di una “terapia disturbi dolore sessuale” il trattamento specifico è preceduto da un approccio terapeutico corporeo, finalizzato al miglioramento, da parte della donna, dell’immagine e del vissuto del proprio corpo (Simonelli, Fabrizi, 1997).

Dèttore (2004) indica, inoltre, alcune procedure comportamentali che possono essere incluse nel trattamento della dispaurenia, come le tecniche di rilassamento muscolare, di gestione dell’ansia e di sensibilizzazione, oltre ai possibili interventi di tipo medico o farmacologico nei casi in cui il disturbo sia attribuibile a specifiche cause organiche.

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Adriano Legacci

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