Disturbi sessuali

Cannabis e Sessualità

Cannabis e Sessualità
Scritto da Adriano Legacci

Cannabis e Sessualità

Cannabis, apatia e mancanza di desiderio sessuale: un’associazione spesso trascurata

 

E’ di grande tendenza tra i media parlare dei cosiddetti “spinelli” o “canne” relativamente alle più svariate tematiche: il rischio che il consumo delle droghe considerate “leggere” faccia da apripista a sostanze più pesanti, la riduzione del livello di vigilanza durante la guida indispensabile al controllo del veicolo, l’utilizzo della Cannabis terapeutica per alleviare il dolore di alcune patologie, sono solo alcuni dei temi di grande attualità.

 

Cannabis e Sessualità. Caratteristiche della marijuana

Si discute poco, invece, di quanto il consumo della suddetta sostanza possa essere deleterio per la vita sessuale (e non solo sessuale, come avremo modo di vedere) dell’utilizzatore frequente. La marijuana è una sostanza psicoattiva ottenuta dalle piante di Cannabis il cui principale principio attivo è il delta-9-tetraidrocannabinolo, noto con la sigla THC, che origina gli effetti di alterazione mentale tipici dell’intossicazione da marijuana. L’uso dei cannabinoidi può dare esiti diversi a seconda del soggetto e di molte altre variabili quali, ad esempio, la quantità di principio attivo, il consumo concomitante di alcool o ulteriori sostanze e l’assuefazione del consumatore, stato per cui l’organismo si è adattato alla sostanza diminuendone gli effetti. In generale, tuttavia, viene riferita analgesia e rilassamento.

 

Cannabis e Sessualità. Gli effetti negativi

Se uno stato di torpore e rallentamento può essere un effetto allettante e ricercato per alcuni consumatori, è bene riportare che sono stati evidenziati anche gli effetti negativi associati al consumo di marijuana. Sembra, infatti, che il consumo pesante della sostanza possa indurre stati psicotici e che i soggetti affetti da schizofrenia siano maggiormente vulnerabili alla ricaduta e all’aggravio dei sintomi. Inoltre, gli utilizzatori regolari di marijuana sarebbero esposti al rischio di sviluppare dipendenza nei confronti della sostanza (Johns, 2001). Nonostante queste controindicazioni gravi, pervasive e di notevole impatto sociale, altri sono gli effetti negativi che tendenzialmente si tralasciano ma che, intimamente, aggravano o si aggiungono a un disagio che chi inizia a far uso di tali sostanze potrebbe già avvertire.

 

Cannabis e Sessualità. Mancanza di desiderio sessuale

Relativamente al desiderio sessuale, infatti, sembra che sia diffuso tra i forti consumatori di marijuana lamentarne una sensibile carenza. E’ talvolta complesso, in particolare se l’utilizzo di sostanze non viene indagato o ammesso durante i primi colloqui (è una delle domande che un clinico dovrebbe porre, ma, al contempo, per un consumatore non è facile da confessare senza la costruzione della fiducia con il terapeuta), comprendere la possibile relazione che può esistere tra mancanza di desiderio sessuale e consumo di cannabis.

 

Cannabis e Sessualità. L’apatia e la mancanza di motivazione

Al di là del sintomo riportato, la carenza di libido, inoltre, appare spesso un quadro di apatia diffusa e pervasiva in molti ambiti della persona: l’individuo è poco motivato e interessato al lavoro, allo studio, a praticare un passatempo o impegnarsi in una relazione. Il THC, infatti, si trasferisce rapidamente dai polmoni al sangue, arrivando ai vari organi tra cui il cervello, il quale possiede alcuni specifici neuroni (detti recettori dei cannabinoidi) posizionati in aree deputate a diverse funzioni quali, ad esempio, la memoria, il movimento e, appunto, il piacere. Il principio attivo assimilato attraverso quella che viene spesso considerata una innocua “canna” va a depositarsi e occupare, dunque, proprio i recettori dell’area deputata alla regolazione del piacere che, tra le varie forme di godimento esperibile dall’essere umano, include anche quello sessuale. La persona che introduce dunque ingenti quantità di THC si troverebbe in questo modo in uno stato di sensibile apatia e mancanza di motivazione generale nello studio, nel lavoro, nelle relazioni.

 

Cannabis e Sessualità. “Sindrome amotivazionale”

A tale condizione è stato dato il nome di “sindrome amotivazionale” (Smith e Seymour, 1982) le cui caratteristiche sarebbero, al di là della specifica perdita di interesse nei confronti della sessualità, più in generale, la tendenza all’introversione e alla passività. Nonostante alcuni paesi non appoggino quanto dichiarato dagli studi sugli effetti della sindrome amotivazionale, come ad esempio la Jamaica, terra spesso associata dai media ad un elevato consumo di marijuana, sostenendo che una pausa dal lavoro che preveda il consumo di ganja possa essere paragonabile alla rienergizzante pausa-caffè tipica dei lavoratori statunitensi (Comitas, 1976), è emerso come il quadro sintomatico provocato sia invece simile alla depressione, e, non a caso, l’abuso di cannabis rappresenterebbe un fattore di rischio per lo sviluppo di sintomi depressivi (Bovasso, 2001), apatia e scarsa motivazione già in bambini e adolescenti (Smith e Seymour, 1982). Un’attenzione in più, dunque, andrebbe rivolta all’indagine relativa all’assunzione di cannabinoidi in quelle persone che lamentano depressione o una mancanza di partecipazione e interesse in vari ambiti della vita, tra cui, appunto, quello relazionale e sessuale.

Naturalmente, fa parte della professionalità del clinico analizzare e comprendere se alla base del sintomo lamentato dal paziente vi possa essere un malessere generale o addirittura una reale depressione a cui l’utilizzo di cannabinoidi sarebbe secondario o, contrariamente, valutare se l’effettivo consumo della sostanza abbia sensibilmente influito a causare il disagio indicato, tuttavia, al fine di offrire il miglior servizio possibile al paziente è bene conoscere e indagare le conseguenze di azioni che potrebbero essere considerate veniali, oltre a presentarle, quale importante arma di prevenzione, soprattutto ai giovani. Se, infatti, lo “sballo” può in qualche modo risultare un elemento attrattivo per un adolescente, una sessualità “minata” è, con molte probabilità, una difficoltà poco desiderabile.

 

Cannabis e Sessualità. Bibliografia

:: Bovasso G. B. 2001. Cannabis Abuse as a Risk Factor for Depressive Symptoms. American Journal of Psychiatry Vol.158: Issue. 12: Pages. 2033-2037.

:: Comitas, L. (1976). Cannabis and work in Jamaica: A refutation of the amotivational hypothesis. Annals of the New York Academy of Sciences, 282, 24-32.

:: Garland E. J. e Baerg E.A. 2001. Amotivational Syndrome Associated with Selective Serotonin Reuptake Inhibitors in Children and Adolescents. Journal of Child and Adolescent Psychopharmacology Vol. 11: Issue. 2: Pages. 181-186.

:: Johns, A. 2001. Psychiatric effects of cannabis. The British Journal of Psychiatry, 178 (2) 116-122.

:: Smith, D.E. E Seymour, R.B. 1982. Clinical perspectives on the toxicity of marijuana: 1967-1981. in Marijuana and Youth: Clinical observations on motivation and learning (DHHS Publication No. ADM 82-1186). Washington, DC. U.S. Government Printing Office.

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Adriano Legacci

3 Commenti

  • Mi meraviglia che non abbia considerato il fatto che spesso i soggetti che fumano tanto sono già in partenza depressi , e si rifugiano nel THC pensando di risolvere i propri problemi. E non il contrario.
    Inoltre trovo questo articolo assolutamente di parte, dato che non valuta gli effetti che ha la suddetta sostanza sulla vita sessuale e sulla libido SE USATA MODERATAMENTE. Perché infatti, da abituale consumatrice MODERATA di cannabis e hashish le posso garantire che la mia vita sessuale è molto attiva, costante e responsabile, e soprattutto la mia libido è molto stimolata. Anzi le dirò di più, ovvero che l’uso di questa droga spesso migliora il rapporto in quanto mi aiuta a liberarmi dalle inibizioni e aumenta la sensibilità corporea, portandomi a volte a un’esperienza di alto coinvolgimento emotivo con il mio partner.
    Questo non vuol dire che io ne sia dipendente né che abbia bisogno di THC per avere degli ottimi rapporti sessuali, ma posso dire con ASSOLUTA CERTEZZA di trovarmi in totale disaccordo con il suo articolo, che trovo alquanto ignorante (nel senso che ignora la totalità dell’argomento e lo affronta in minima parte, e ci metterei la mano sul fuoco che lei non ha mai provato a fare l’amore dopo aver fatto uso di cannabis o hashish. )
    Quindi in conclusione, prima di scrivere un articolo del genere ,le consiglio di informarsi meglio.
    Noto con disappunto anche il fatto che si possa lasciare un commento ma che non siano resi pubblici, altro fattore che mi dimostra quanto sia di parte l’articolo.
    Ah, beata manipolazione! In che mondo siamo arrivati. .spero per lei che sia un ignorante in buona fede, e se così non fosse, le auguro vivamente di ritrovare la strada della ricerca della conoscenza e della buona fede. Lo spero anche per i suoi pazienti, dato che ho potuto constatare che è uno psicologo.

    • Gentile Matilde, ho apprezzato il suo modo franco – e molto chiaro- di esprimersi. Lei descrive l’esperienza di chi fa una gita in montagna, e ne apprezza i vantaggi. L’articolo fa riferimento ad una popolazione che vive stanzialmente sulla vetta di una montagna assiderata.
      Come vede, inoltre, i commenti sono resi pubblici.
      Le auguro una buona giornata

    • Cara Matilde sono completamente d’accordo e lo dico per esperienza diretta, uso la cannabis un paio di volte al mese spesso in coincidenza con incontri amorosi. Le percezioni e le sensazioni già bellissime normalmente sono amplificate e anche la fantasia ne giova.
      Purtroppo c’è ancora troppa ignoranza e superficialità legata a tare mentali difficili da scardinare.

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